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ANPI
Cividale del Friuli

discorso commemorativo
del 25 aprile a Cividale

25 aprile 2023

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Da più di un anno la guerra imperversa ai confini della Comunità Europea. In questi decenni d’inizio secolo sono cambiate molte cose e sono caduti molti tabù: la guerra è una realtà quotidiana che leggiamo o ascoltiamo dai notiziari fino a farcene sembrare naturale il macabro conteggio di morte e distruzione.
L’utilizzo di armi estremamente letali per l’uomo e per l’ambiente è un’opzione che è diventata accettabile, possibile! L’utilizzo di armi, come quelle contenenti uranio impoverito, che già hanno dimostrato la loro estrema efficacia contro il nemico è da considerarsi un crimine di guerra in violazione della Convenzione dell’AIA e di quella di New York.
Sappiamo che i bombardamenti NATO sulla Jugoslavia, nei quali si fece ampio uso di tali armi, ne hanno dimostrato la letalità non solo sul nemico ma anche sui i civili e sulle forze di pace. Si certificano infatti 7.600 militari italiani ammalati di patologie tumorali direttamente riconducibili a quelle armi e circa 400 sono i deceduti per tali cause. A conferma di ciò esistono centinaia di sentenze che condannano il Ministero della Difesa a risarcire i militari colpiti da tali patologie.
Non solo, la Serbia è schizzata al primo posto in Europa per vittime oncologiche e questo probabilmente perché Bosnia e Kossovo, territori parimenti bombardati con uranio, non forniscono dati ufficiali su tali patologie.
In virtù di tali fatti contro la NATO pende un processo per crimini di guerra i cui esiti forse sono scontati.
Perché si mandano nei territori del conflitto armi di questa natura sapendo che i loro effetti si produrranno sulle generazioni future? E poi non è considerata forse quella terra un importante produttore ed esportatore di grano?
Con le guerre, fermo restando che non è concepibile l’aggressione militare di paesi sovrani, si dichiara di voler promuovere o preservare il sistema democratico occidentale, i nostri valori, ma a ben guardare si rischia di minarlo nei suoi valori fondanti che sono quelli della tutela dei diritti fondamentali della persona umana sanciti dalla Dichiarazione internazionale dei diritti della Persona, dalla nostra Costituzione e se si vuole, anche da quelli, visto che siamo un paese cattolico, più ampi, espressi da Papa Francesco quando lancia l’appello di prendersi cura della Terra, del Creato.
Le guerre scatenate in questo nuovo millennio non hanno rispettato queste aspettative democratiche: in Iraq, Libia, Siria, ecc. ecc. non ci hanno consegnato Paesi più democratici ma invece hanno decimato la popolazione civile, distrutto le infrastrutture, smembrato l’unità nazionale consegnando quei paesi a una classe politica in massima parte inaffidabile e legata all’integralismo religioso, incentivando il fenomeno migratorio che neppure lo stato d’emergenza recentemente dichiarato riuscirà a fermare e governare.
Ecco che altri tasselli si sommano al già preoccupante quadro di possibile dissoluzione del nostro sistema: oltre a ritenere accettabile l’uso di armi micidiali cominciamo a considerare normale il regime d’emergenza, dettata prima dalla situazione economico-finanziaria, poi dalla pandemia, ora dall’immigrazione e un domani chissà per ragioni militari.
A febbraio di quest’anno infatti sulla rivista “Difesa online” si indicavano le misure da intraprendere per fronteggiare un nostro eventuale ingresso in guerra che sinteticamente si possono riassumere nella completa militarizzazione dello Stato.
E’ evidente che lo stato di guerra è del tutto incompatibile con i nostri valori e per tale ragione, anche per tale ragione, l’opposizione alla guerra la riteniamo un fatto essenziale, richiamandoci proprio alla nostra Costituzione ove si dichiara il ripudio della guerra!
Il Mondo, così come uscito dal secondo conflitto mondiale è cambiato. Il vecchio sistema bipolare è morto! Sullo scenario globale nuove potenze emergono e rivendicano aree d’influenza, le Nazioni maggiormente responsabili della Seconda Guerra Mondiale (Italia, Germania e Giappone) hanno avviato una corsa al riarmo, affiancate in questo da tutti gli altri Paesi rendendo più difficile e complicato qualsiasi dialogo.
In particolare in Europa la Germania, già nel 2022, ha stanziato 102 miliardi di Euro per il riarmo dell’esercito e da subito ha portato al 2% annuo del PIL la spesa annua per il riarmo. Questo colloca la Germania al terzo posto nel Mondo per l’entità delle spese militari dopo Stati Uniti e Cina. Con ciò si determina il cambio degli equilibri così come realizzati dalla fine del secondo conflitto mondiale ed anche, da parte del Governo tedesco, del superamento dei sensi di colpa per le responsabilità relative a quel conflitto.
In Asia, il Giappone, per il prossimo quinquennio, investirà in propri armamenti 315 miliardi di dollari modificando il senso di quelle che fino ad ora erano “le forze di autodifesa” e non un vero e proprio esercito, così come stabilito dal loro dettato costituzionale.
Lo stanziamento per armamenti e le parole del Primo Ministro giapponese Kishida Fumio invece suonano come il dissotterramento dell’ascia di guerra:
“D’ora in poi prenderò in considerazione tutte le opzioni e fra queste la capacità di attaccare basi nemiche e la prosecuzione del rafforzamento della potenza militare giapponese… Cose che leggevamo nei romanzi di fantascienza – dice il Primo Ministro - sono diventate la nostra realtà.”
In altri termini, risultano attuali le parole espresse cento anni fa da Antonio Gramsci:
“Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri.”
Il 25 aprile ci ricorda la sconfitta del nazifascismo, la fine della guerra, la conquista della Pace, della Democrazia, di libere istituzioni sancite nella nostra Carta costituzionale. Il 25 aprile non è solo questo, non è solo quel momento, ci ricorda che la Liberazione è stata preceduta da un ventennio di lotte antifasciste che costarono agli antifascisti, cattolici, socialisti, comunisti, liberali, pestaggi, persecuzioni, arresti, confino, deportazione e uccisioni segnalando ad un popolo sordo che il Fascismo avrebbe portato la Nazione e il popolo stesso alla catastrofe!
Il non riconoscere questo, viepiù se espresso da alte cariche istituzionali ci preoccupa per la sua natura divisiva, per la mancanza di cultura storica… per molti rappresentanti delle Istituzioni v’è la difficoltà a prendere atto della totale incompatibilità tra la nostalgia per il Fascismo e le Istituzioni della Repubblica che si fondano invece sui principi e sui valori dell’antifascismo, della Resistenza e della Pace.
Tra 20 giorni Udine ospiterà l’adunata nazionale degli alpini. Non dobbiamo dimenticare il loro contributo e in generale quello dei militari alla Guerra di Liberazione nelle file della Resistenza. Due alpini comandavano le formazioni Partigiane che Liberarono Cividale: Aldo Specogna per gli osovani e Paolo Rieppi per i garibaldini. Vogliamo ricordare anche le figure esemplari di Nuto Revelli e Mario Rigoni Stern che ci hanno lasciato importanti testimonianze sulla guerra e sulla Resistenza. Va ricordato l’impegno di solidarietà dell’ANA relativamente al soccorso e aiuto a popolazioni colpite da catastrofi in Italia e all’estero e questo ben prima della costituzione nel 1981 della Protezione Civile.
Non và dimenticato il contributo alla Resistenza dell’Arma dei Carabinieri: qui a Cividale, oltre a quelli fucilati come Erasmo Sparacino o caduti in combattimento come Gino Lesa, ricordiamo la deportazione nei Lager del Tenente Ugo Tabacchi e di altri 16 Carabinieri della Stazione di Cividale.
Inoltre va ricordato l’internamento in Germania di circa 650.000 militari, dei quali in 50.000 non fecero ritorno, colpevoli di non aderire al “nuovo esercito della Repubblica sociale di Mussolini”.
Vista la situazione internazionale di possibile precipizio verso una guerra catastrofica e la situazione interna del nostro Paese stretto nella morsa delle difficoltà economiche e di sofferenza sociale suonano perfettamente attuali quei valori di libertà, democrazia, eguaglianza, lavoro, pace, solidarietà espressi nella nostra Costituzione repubblicana e per i quali contenuti ed ideali sono caduti coloro che onoriamo oggi presso questo monumento: italiani, sloveni, di altre provenienze e cividalesi caduti tra i nostri monti anche in altre Nazioni.
“Ora e sempre Resistenza” perché come allora oggi ce lo ricordano Lorena Fornasir, Don Ciotti, Emergency, Libera e tante altre persone e Associazioni.

Viva il 25 Aprile - Viva la Costituzione nata dalla Resistenza
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