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Oggi celebriamo la festa
della Liberazione nazionale dalla dittatura nazifascista. Agli
inizi di maggio 1945, nelle nostre terre, loccupazione
era finita e la dittatura era finalmente sconfitta, si aprivano
nuovi orizzonti, un nuovo assetto politico e istituzionale, il
voto finalmente libero ed allargato alle donne che avevano contribuito
alla Lotta di Liberazione, una Costituzione che conteneva e contiene
tuttora le istanze e il contributo delle varie scuole di pensiero:
liberali, cattoliche, socialiste e comuniste.
E
da sottolineare con forza il ruolo svolto dalle 21 donne costituenti
spesso sottovalutato o dimenticato, tantè che solitamente
si parla di Padri costituenti.
Il regime fascista e la monarchia diventano il passato la Nazione
ora si vuole repubblicana, democratica, pacifica, attenta alla
tutela dei più deboli e delle minoranze. LItalia,
dopo essere stato Paese aggressore, antidemocratico, oppressivo
verso il dissenso, le minoranze linguistiche, politiche e religiose,
verso quelle che definiva razze intriso di messaggi patriarcali
e vessatorio verso il genere femminile poteva guardare verso
un futuro di riscatto grazie al grande contributo dato dalla
Resistenza alla vittoria sul nazifascismo e alle esperienze di
democrazia sperimentate nelle zone liberate dai Partigiani già
nellestate del 1944 per esempio nella zone libere della
Carnia e del Friuli orientale di cui ricorreranno tra poco gli
80 anni.
LItalia, unica tra le nazioni principali responsabili della
tragedia della seconda guerra mondiale ha potuto discutere, costruire
e votare liberamente la sua Carta Costituzionale, per la Germania
e il Giappone vi hanno provveduto le potenze vincitrici essendo
questi paesi occupati dalle forze alleate o, come nel caso della
Germania, addirittura divise nel loro proprio territorio.
Questi fatti descrivono bene limportanza della Resistenza
per la costruzione democratica del nostro Paese e spiegano anche
per le sanzioni, in definitiva blande, a cui fu sottoposta dal
trattato di pace di Parigi nel 1947.
La Resitenza ha avuto il suo peso in tutto ciò in quanto
non è stata opera solamente delle donne e degli uomini
che vi hanno preso parte in armi ma è stata un fenomeno
molto più vasto. Sono state le persone civili deportate,
sono stati i militari deportati in Germania che non hanno aderito
ai richiami del nazifascismo. La Resistenza sono state Amalia
e Elvira Piccoli deportate e sterminate ad Auschwitz in conseguenza
delle vergognose leggi razziali promulgate nel 1938. Il 22 aprile
di questanno sono stati 80 anni dal loro barbaro prelevamento
dalla casa di Corso Mazzini e dalla loro successiva soppressione.
Resistenza sono stati i medici dellospedale civile come
il dott. Oliviero Fabris che con grave rischio personale curarono
i Partigiani feriti o quelli militari come il dott. Mario Cordaro
di servizio al Campo di internamento per civili sloveni e croati
di Gonars che si prodigò per alleviare la loro condizione
coatta. E stato il Comandante dei Carabinieri di Cividale,
Ugo Tabacchi, deportato a Dachau che aiutava la Resistenza e
i suoi 16 Carabinieri della Stazione di Cividale incarcerati
a Udine il 29 luglio 1944.
E stata la popolazione civile senza la quale non vi sarebbe
stato supporto e scampo per il movimento partigiano e che pagò
questo suo appoggio con violenze, deportazioni, fucilazioni incendi
di interi paesi.
Nelle Costituzioni dei tre paesi prima citati vè
il rifiuto comune alla guerra come detto ad altri imposto ma
per noi frutto di animate e costruttive discussioni in sede di
Assembla Costituente. Rifiuto che per lItalia diventa ripudio
alla guerra! Il dettato è chiaro e cristallino e non vedo
come possa essere frutto di diverse interpretazioni:
LItalia ripudia la guerra come strumento di offesa
alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali. Non solo: Consente
in condizioni di parità con altri Stati, alle limitazioni
di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri
la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le
organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo..
Infatti lItalia, già nel 1947 chiede ladesione
alle Nazioni Unite. Adesione che verrà accettata solo
nel 1955.
E tragicamente paradossale quindi che proprio la nostra
Repubblica sia stata la prima, di queste tre nazioni, a partecipare
a unazione di guerra nel nostro Continente violando questo
principio costituzionale attaccando un popolo, nel 1999, che
non ci aveva aggredito e che avevamo già aggredito il
6 aprile del 1941. Loperazione è stata poi aggiustata
successivamente in sede di Nazioni Unite.
La ricerca della pace è quindi condizione imposta dalla
nostra Costituzione e le prospettive di allargamento dei conflitti
in corso dovrebbero obbligare la nostra classe politica ad agire
con convinzione e determinazione in questa direzione.
Un punti di forza della nostra Repubblica è stata nei
decenni passati, pur se inserita in una organizzazione militare
atlantica fin dal 1949 e con tutte le ombre della prima
repubblica, la capacità di mediazione e diplomatica
che ci ha consentito fino ad ora di essere esenti da pesanti
attacchi terroristici diretti dallestero e che anche i
nostri vertici militari considerano una strada da percorrere
prima di trascinare la Nazione in una guerra dagli esiti catastrofici
a cui non siamo preparati moralmente e tecnicamente. Il principio
da perseguire è persino ovvio: gli accordi di pace si
fanno con i nemici. Bisogna quindi, per salvaguardare le vite
umane e i beni materiali, favorire gli accordi: operare per la
pace!
La nostra bella Costutizione è sotto continuo attacco
da parte delle più diverse forze politiche per modificarla
in modo radicale e per scardinarne i principi. Come mai? La Costituzione
fu approvata nel 1947 a larghissima maggioranza. I Partiti della
prima repubblica si definivano infatti come facenti
parte dellArco costituzionale proprio in virtù di
questa adesione! Solo i fascisti dellMSI non la votarono.
I tanti validi principi in essa contenuti, in quanto in larga
misura non ancora attuati, sono responsabilità della politica
e la grande disaffezione dei cittadini verso di essa si manifesta
disertando sempre di più il diritto di voto.
La classe politica di altri Paesi, che hanno costituzioni ben
più datate e anche carenti rispetto alla nostra, si guardano
bene dal porre radicali ridisegni costituzionali: le loro opinioni
pubbliche non lo consentirebbero come del resto è avvenuto
anche qui da noi dove i cittadini hanno respinto per ben due
volte radicali riforme.
Il marcare pesantemente il proprio potere pro-tempore in Costituzione,
scordando che questa è frutto del confronto e dellapporto
delle diverse scuole di pensiero è atto poco accorto considerando
che questo potrebbe minare pesantemente la nostra democrazia
e oltretutto potrebbe anche ritorcersi contro gli stessi riformatori
di parte. Viviamo inoltre in tempi nei quali la politica dimostra,
ancora una volta, fenomeni corruttivi con partiti che sembrano
sempre più solamente a comitati elettorali senza alcuna
linea programmatica trasparente privilegiando i voti che i candidati,
spesso provenienti da esperienze politiche variegate e contrastanti,
assicurano al fine di accedere al potere e amministrare a proprio
piacimento la cosa pubblica.
Il nostro messaggio, che lANPI sente anche come primario
compito, è quello di vigilare, in un tempo di grandi trasformazioni,
tragedie e diseguaglianze affinché viva nella nostra società
lo spirito democratico, antifascista, lattenzione per i
più deboli, la volontà di una società più
giusta, solidale, rispettosa dellambiente e soprattutto
pacifica, condizione senza la quale vè il crollo
e svilimento di tutti gli altri principi.
Viva la Costituzione------Viva lItalia antifascista------Buon
25 aprile a tutti
Cividale del Friuli, 4 aprile 2024 |
Luciano
Marcolini Provenza |