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E' da quasi un mese che siamo investiti da notizie angoscianti
provenienti dal Medio Oriente e che vedono al centro soprattutto
il feroce massacro di circa 1.400 fra civili e militari israeliani
avvenuto per opera di Hamas il 7 ottobre e, da allora a oggi,
di più di 9 mila palestinesi vittime della sfrenata rappresaglia
israeliana. Il tutto in un crescendo di violenza che probabilmente
durerà ancora a lungo e che può accendere un conflitto
su base mondiale.
Non
sappiamo quando il conflitto cesserà, siamo sicuri che
non risolverà nessuno dei problemi che affliggono quell'area,
Hamas forse sarà colpita duramente, ma la violenza della
vendetta israeliana nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania
ci fa temere per la vita degli ostaggi israeliani, rafforzerà
le posizioni estremiste nelle due parti, indebolirà l'ANP
e l'attuale già fragile leadership palestinese in Cisgiordania
e non garantirà la sicurezza di Israele e la stabilità
in quell'area. L'unica strada percorribile è quella del
cessate il fuoco per bloccare il lancio di missili dalla Striscia
di Gaza verso Israele e il bombardamento sistematico della zona
di Gaza con l'orribile contorno di vecchi, donne ragazzi e bambini
uccisi. Poi bisognerà discutere la pace, di come garantire
la sicurezza a israeliani e al popolo palestinese la cui esistenza
è messa a dura prova da anni di occupazione israeliana
in Cisgiordania e da anni di segregazione in quel carcere a cielo
aperto che è Gaza. Bisognerà infine affrontare
la costituzione di due stati per due popoli. Non crediamo ci
siano alternative praticabili.
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